“Abbiamo tutti un posto che non dimenticheremo mai”, rispose lei sorridendo.
“Hai ragione, ma certi luoghi sono la morte della nostra coscienza”.
“Sembri sempre più cupo, deve essere successo davvero qualcosa in quel luogo che ti ha segnato”
“Ero giovane e pur di avere un posto di lavoro, accettai di fare una cosa che credetti sarebbe restata sepolta nel passato”
“A tutto c’è un rimedio, non essere così duro con te stesso”.
Lei cercava di capire.
“Senti tu devi promettermi che pubblicherai ciò che ti sto dicendo, ho cercato più volte di parlarne, ma ora che ho visto quel vecchio campo incolto, trasformato in un campo da calcio per ragazzi, la coscienza che allora ho anestetizzato per una manciata di soldi e la promessa di un lavoro garantito, è tornata a rodermi dentro”
“Non sono solita fare promesse”, rispose lei.
“Molti anni fa, fui assunto da una azienda che produce materiale radioattivo e per risparmiare sui costi di smaltimento degli scarti di produzione, anch’essi radioattivi, mi offrirono dei soldi per seppellire dei fusti contenenti questi scarti in quel campo che oggi, dopo tanto tempo è diventato un campo da calcio per ragazzi”
Lei rimase un attimo disorientata da quella confessione, si trattava di qualcosa che non avrebbe mai pensato.
“Ma perché non denunci tutto agli organi competenti?” le chiese lei.
“Sarei arrestato assieme a tutti i responsabili e non voglio finire in galera, ho perso mia moglie di recente e ho un figlio gravemente malato da aiutare.
Tu puoi appellarti al segreto professionale giornalistico e salvare tutti quei ragazzi da un dramma”.
Lei si portó una mano alla fronte, voleva riflettere prima di decidere cosa fare.
Di certo ormai non poteva più sottrarsi dal fare tutto il possibile per fare ritrovare quei maledetti rifiuti portatori di morte”.
Decise di accettare e quando alzó lo sguardo e si tolse le mani dalla fronte, lui non c’era più.
Lui le lasció un foglio sul sedile del treno, aveva indicato quel posto, scrivendo ogni riferimento.
Lei si alzó velocemente dal sedile del treno per capire dove fosse finito quell’uomo.
Rimase talmente stupita da quella confessione che non si accorse nemmeno che il treno fosse arrivato in stazione.
Prese con sè il foglio e decise di raccontare tutto, di scrivere tutto e pubblicarlo.
Giorni dopo le scrissero molti genitori di quei ragazzi che lei aveva salvato.
Sentì l’importanza di avere fatto la scelta giusta, pubblicando quella confessione. Era in pace con se stessa.
Non dimenticó mai quell’uomo.
Mai avrebbe creduto che un guasto alla linea ferroviaria, avesse potuto salvare delle giovani vite dalla follia di persone senza scrupoli.
Da quel giorno lei capii che forse davvero, nulla accade per caso.